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3.2.1
Milano, Piazza Fontana, 12 dicembre 1969
   
L'inchiesta giudiziaria
Cronologia
   
   

 

 
3.2.1
Milano, Piazza Fontana, 12 dicembre 1969
 
16 morti 88 feriti
 
Milano, Banca Commerciale - bomba inesplosa
 
Roma, 3 attentati in centro: 4 feriti
 

 

 

Sono le 16.37.

Un boato enorme sconvolge il centro della città e pochi rninuti dopo le sirene dei pompieri, della polizia, delle autoambulanze rompono il silenzio seguito allo scoppio che a molti dei più anziani ha ricordato i bombardamenti durante la guerra. Gli automezzi di soccorso convergano tutti su Pìazza Fontana, dietro il Duomo. In uno dei palazzi che si affacciano sulla piazza ha sede la banca Nazionale dell'Agricoltura. E qui che è avvenuta la deflagrazione. Le ore che seguono, portano altre notizie: bombe a Roma, un'altra, inesplosa, ancora a Milano. Si apre la strategia della tensione.

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Le vittime

Giovanni Arnoldi, Giovanni Corsini, Calogero Galatioto, Luigi Meloni, Oreste Sangalli, Carlo Perego, Pietro Dendena, Carlo Garavaglia, Gerolamo Papetti, Angelo Scaglia, Attilio Valè, Giulio China, Carla Gaiani, Paolo Gerli, Mario Pasi, Carlo Silva.

 

 

Carlo Garavaglia - Anni 67 - Pensionato-
 
Gerolamo Papetti - Anni 78 - Agricoltore -

 

 

 

67 anni, pensionato, vedovo con una figlia sposata , nonno di Elisabetta di 4 anni, si recava spesso al mercato di piazza Fontana per combinare qualche piccolo affare come mediatore.

 

 

 

 

78 anni, di Rho, agricoltore. Fra gli abituali frequentatori di piazza Fontana, è stato colpito dall’esplosione mentre era in banca con il figlio Giocondo.

Mario Pasi - Anni 50 - Geometra -
 
Giulio China - Anni 57 - Operatore agricolo -

 

 

 

50 anni, geometra, abitante in via Mercalli a Milano. Svolgeva la professione di amministratore di stabili e fondi.

 

 

 

 

57 anni, di Novara, era fra i più quotati operatori agricoli della provincia di Milano, svolgeva l’attività di sovrintendente della cascina Amoroso, nelle campagne della Bicocca.

Eugenio Corsini - Anni 65 - Rappresentante -
 
Carlo Gaiani - Anni 57 - Perito agrario

 

 

 

65 anni, abitante in via Procopio a Milano. Rappresentante di lubrificanti per macchine agricole, frequentatore assiduo del mercato del venerdì.

 

 

 

57 anni, perito agrario, abitante in via Salesina a Milano. Con l’aiuto di un dipendente coltivava un podere in affitto. Si trovava in banca per incontrare un acquirente. Era sposato ed aveva un figlio.

Luigi Perego - Anni 69 - Agente assicurativo
 
Oreste Sangalli - Anni 49 - Gestore agricolo

 

69 anni, di Usmate Velate. Con il figlio Alessandro, gestiva un’agenzia di assicurazioni , specializzata nella stipulazione di polizze a favore di coltivatori. Nella banca il venerdì, aveva l’occasione di incontrare un considerevole numero di potenziali clienti.

 

 

49 anni, abitante in via Merula a Milano, si occupava della gestione dell’Azienda agricola Ronchetto, dalle parti di Corsico di cui in particolare curava la compravendita del bestiame. Era amico di Luigi Meloni, anch’egli vittima della strage, con cui si incontrava nella banca dell’agricoltura.

 

Pietro Dendena - Anni 45 - Commerciante
 
Carlo Silva - Anni 71 - Ex rappresentante di commercio

 

 

45 anni, di Lodi, si dedicava al commercio dei bovini e non mancava mai al mercato settimanale di piazza Fontana. Era sposato e aveva due figli.

 

 

 

71 anni, ex rappresentante di commercio, si occupava della vendita di lubrificanti per macchine agricole. Si recava alla banca di piazza Fontana per incontrare i clienti. Viveva con la moglie ed aveva due figli.

Paolo Gerli - Anni 77 - Gestore azienda agricola
 
Luigi Meloni - Anni 57 - Agricoltore-commerciante

 

 

77 anni, abitante a Milano, gestiva una azienda agricola di San Donato Milanese. Sposato con tre figlie anche se in pensione non aveva abbandonato la sua attività continuandoo a frequentare il mercato del venerdì.

 

 

 

71 anni, ex rappresentante di commercio, si occupava della vendita di lubrificanti per macchine agricole. Si recava alla banca di piazza Fontana per incontrare i clienti. Viveva con la moglie ed aveva due figli.

Giovanni Arnoldi - Anni 42 - Commerciante di vitelli
 
Attilio Valè - Anni 52 - Proprietario di un macello

 

 

42 anni di Magherno (PV). Gestiva il cinema del paese e inoltre era commerciante di vitelli. Ogni venerdì trattava i suoi affari al mercato di Piazza Fontana. Sposato con due figli.

 

 

 

52 anni, abitante a Mairano di Noviglio. Proprietario di un macello e di un negozio per la vendita diretta della carne al pubblico. A Milano trattava l’acquisto degli animali destinati al macello.

Calogero Galatioto - Anni 71 - Pensionato
 
Angelo Scaglia - Anni 61 - Agricoltore

 

 

Nato a Canicattì (AG) il 5 giugno 1898. Pensionato.Originario di Canicattì, in provincia di Agrigento, si era trasferito a Milano da oltre cinquant’anni.Dopo l’esplosione era tra i feriti gravi e morì alle 2.10 del 3 gennaio 1970

 

 

 

Nato a Dello (BS) l'8 luglio 1908.Quel venerdì del 12 dicembre 1969 era andato alla Banca nazionale dell'agricoltura per incontrarsi con un geometra del suo paese d'origine.Gravemente ferito dalla bomba,Morirà il 25 dicembre dello stesso anno.

Vittorio Mocchi - Anni 47 - Imprenditore africolo
 

 

Nato a Milano il 29 luglio 1936. Imprenditore agricolo. Il giorno dell’attentato si trovava con suo fratello Raffaele in piazza Fontana per concludere l'acquisto di un trattore Riportò ferite gravissime, sopravvisse fino all'ottobre del 1983 quando, a soli 47 anni, si è spento in un letto d'ospedale

   

 

 

 

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L'inchiesta giudiziaria

Dal 1969 al 1991 si svolgono 4 istruttorie che sviluppano 3 diversi filoni di indagine

 

 

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La pista anarchica 
La pista si rivelerà frutto di un depistaggio. L'ístruttoria si svolge a Roma poiché le indagini si indirizzano verso componenti di un circolo con sede in quella città, in Via del Governo Vecchio: il circolo "22 marzo", gruppo dissidente del circolo "Bakunin" fondato nell'agosto del 1969 da Pietro Valpreda. Nel gruppo è infiltrato anche il secondo imputato, Mario Merlino, all'epoca venticinquenne, appartenente ad Avanguardia Nazionale e collaboratore di Stefano Delle Chiaie. Il 16.4.1968 Merlino ha partecipato ad un 'viaggio studio' in Grecia offerto dal regime dei colonnelli, insieme ad altri 51 fascisti italiani, fra cui Pino Rauti, Stefano Delle Chiaie, Stefano Serpieri, Franco Rocchetta (che nel 1994 sarà nominato sottosegretarío nel governo Berlusconi, e sarà espulso dalla Lega Nord) e rnolti altri che riemergeranno nell'inchiesta di Piazza Fontana. Il processo si concluderà per Valpreda e Merlino con l'assoluzione per insuffícienza di prove dal reato di strage.

 

La pista nera 
L'istruttoria si svolge a Míiano. Le indagini incontrano molte difficoltà; si indirizzano verso l'organizzazione neofascista di Padova diretta da Franco Giorgío Freda collegata alla cellula romana che fa capo a Stefano Delle Chiaie. Freda è stato membro del MSI e di Ordine Nuovo, ha collaborato con Rauti e Giannettini (vedi pista della strage di stato) sin dal 1969. Con lui è incriminato Giovanni Ventura, editore libraio nella cui abitazione, nel 1969, era stato trovata un deposito di armi ed esplosivo. Il processo si concluderà per Freda e Ventura con l'assoluzione per insufficienza di prove dal reato di strage e con la condanna a 15 anni di reclusione per il reato di associazione sovversiva continuata.
Nel corso delle indagini si verificano:

 

 

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- numerose manipolazioni sui corpi di reato;
- distruzioni di prove (viene fatta esplodere la bomba trovata all'interno della Banca Commerciale); 
- dodici testi muoiono (4 suicidi, 8 incidenti) in 2 anni; - il commissario Juliano della Polizia di Padova viene rimosso, mentre segue la pista nera, per un esposto, poi dimostrato calunnìoso, che dieci anni dopo si dimostrerà essere stato presentato da Freda. Il Ministro dell'interno Restivo ordina la chiusura delle indagini sulla pista nera; 
- Andreotti e Rumor, all'epoca consecutivamente presidenti del Consiglio, e Tanassi, ministro della Difesa, appongono il segreto di stato sui fatti dai quali emerge il coinvolgimento di Giannettini; vengono ipotizzati a loro carico reati di favoreggiamento e falsa testimonianza. Il Parlamento nega l'autorizzazione affinché possano essere sottoposti al giudizio della Corte Costituzionale;
- Saverio Malizia, sostituto procuratore e consulente giudiziario di Tanassi viene arrestato in aula per falsa testimonianza e condannato ad un anno di reclusione.

 

La pista della "strage di Stato"   
L'istruttoria si svolge a Catanzaro, dove il processo viene trasferito dalla Corte di Cassazione su ricorso del procuratore generale di Milano, De PEPPO: a suo giudizio il processo non può svolgersi a Milano per motivi di ordine pubblico. Tale istruttoria unifìca le inchieste svolte a Roma e Milano e sviluppa le indagini verso cui si orienta la Procura di Catanzaro che, invece, segue la pista della strage di stato. Gli imputati: Marco Pozzan, Guido Giannettíni (informatore del SID), Gianadelio Maletti (generale dell'esercito in forza al SID), Antonio Labruna (capitano dell'Arma Carabinieri in forza al SID), Gaetano Tanzilli (maresciallo dell'Arma dei

 

 

 

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Carabinieri in forza al SID). Nel giudizio di primo grado, i giudici di Catanzaro concludono che: a) sin dal 1969 è esistita una complessa e vasta associazione di tipo fascista con finalità eversive nella quale primeggiano Freda e Ventura; b) di essa fa parte con funzioni direttive Giannettini, che, avvalendosi della sua qualità di informatore del SID e di autorevoli appoggi all'interno dei Servizi Segreti, funge da anello di congìunzione con vertici rimasti sconosciuti, assicurando all'associazione un avallo politico.

 

lI processo sì concluderà per Giannettini e Pozzan con l'assoluzione per insufficienza di prove dal reato di strage; per Labruna e Maletti con la condanna per i reati di falso ideologico e favoreggiamento della fuga di Giannettini; per Andreotti, Rumor, Tanassi, con il rinvio a giudizio per aver posto il segreto di stato sui fatti che coinvolgono Giannettini. Nel corso del processo di Catanzaro l'imputato Pozzan si rende irreperibile in Spagna. La sua latitanza sarà organizzata dal Generale Maletti, capo del reparto D del SID e del suo assistente Labruna; vengono fatti espatriare Ventura e Giannettini.  

 

La successiva istruttoria disposta per accertare i legami tra Stefano Delle Chiaie e la loggia P2 e la matrice degli attentati negli ambienti militari, politici ed economici (Maletti, Labruna e Miceli sono iscritti alla P2) non giunge ad alcuna conclusione.

 

Nel 1988 il giudice Guido Salvini, nel corso di un'indagine su un gruppo fascista (la Fenice) scopre elementi che sembrano apportare novità utili alle indagini sulla strage di Piazza Fontana e sugli altri attentati del 12

 

 

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dicembre 1969: la pista nera si incrocia organicamente con manovre dei servizi segreti. Nel 1991 Salvini scrive una lettera al presidente della Commissione stragi, annunciando che a Milano sono in corso nuove indagini sulla strage del 12 dicembre.

 

Dicembre 1994. La Procura di Milano avvia nuove indagini a seguito delle rivelazioni di Vincenzo Vinciguerra (ordinovista, autore confesso della strage di Peteano), il quale torna a parlare del coinvolgimento (già affiorato nel corso delle indagini prima che il processo venisse trasferito a Catanzaro) dell'Aginter Press. Tale agenzia era il punto di collegamento tra Stay Behind (Gladio) e l'internazionale nera; il suo compito era quello di reclutare la manodopera per 'lavori sporchi' dando vita ad un vero e proprio 'servizio segreto parallelo' alle dipendenze della CIA. In Italia, il gruppo aveva dato vita ad una sorta di 'Gladio parallela' che, secondo Vinciguerra, era la "Rosa dei venti": il raggruppamento delle organizzazioni dell'estrema destra responsabile delle stragi di Milano, Brescia e dell'Italicus. Vinciguerra fa i nomi di coloro che, in diversa misura, sarebbero coinvolti nella vicenda di Piazza Fontana: Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Franco Freda, Massimiliano Fachini, Carlo Digilio, Gianfranco Rognoni, Marco Ballan, Michele Merlino, Stefano Delle Chiaie, Paolo Signorelli, Martino Siciliano.

 

Nell'autunno del 1996 viene rinvenuto presso un magazzino di un Commissariato di polizia di Roma l'archivio dell'Ufficio Affari Riservati del Ministero dell'Interno, diretto da Federico Umberto D'Amato. Il materiale, il cui interesse è tutto da verificare, consiste di numerosi scatoloni recanti il nome delle principali stragi italiane.

 

 

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Cronologia

 

- giugno 1962: il generale De Lorenzo dirigente del SIFAR, sottoscrive un accordo con i servizi segreti americani con i quali il SIFAR si impegna a programmare azioni di emergenza senza informare il governo. Il 15 ottobre De Lorenzo viene nominato comandante dell'Arma dei carabinieri; il 1° aprile si costituisce la XI brigata meccanizzata dei carabinieri: per la prima volta i carabinieri vengono dotati di armamento pesante.
- 14 giugno 1964: Roma, celebrazioni per il 150° dell'Arma dei carabinieri, sfila la brigata con 20 cingolati, 50 autoblindo e 32 mezzi corazzati. De Lorenzo annuncia che, per il protrarsi delle celebrazioni, i reparti speciali affluiti a Roma non potranno abbandonare la capitale prima del 20 luglio. I principali esponenti politici della sinistra iniziano a dormire fuori casa.
- dicembre 1965: De Lorenzo è capo di Stato Maggiore dell'Esercito
- 5 gennaio 1967: iniziano a filtrare le prime indiscrezioni sul tentato Golpe del 1964; il governo apre un'inchíesta amministrativa sul SIFAR
- 15 aprile 1967: il governo destituisce De Lorenzo da Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. Eccezionali misure di sicurezza: Palazzo Chigi circondato da agenti di PS, il 'ponte radio' dei carabinieri isolato. Scoppia lo scandalo SIFAR
- 10 gennaio 1968: nel tentativo di evitare la costituzione di una commissione parlamentare di inchiesta, il governo forma una commissione di tre generali presieduta dal gen. Lombardi che in giugno conclude i lavori e, pur confermando che "non ci fu tentativo di colpo di stato nel 1964" ammette, a sorpresa, che: "nella primavera del '64, a partire dal 13 aprile, De Lorenzo aveva posto in atto misure illegali tese ad assumere il comando delle grandi città ", confermato il reclutamento di civili per costituire squadre di fiancheggiamento

 

 

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- 13 settembre 1968: nasce il fronte nazionale di Junio Valerio Borghese; Stefano Delle Chiaie rifonda "Avanguardia Nazionale".
- autunno 1968; Licio Gelli diventa venerabile della P2, recluta il generale Giovanni Allavena ed eredita le copie dei fascicoli SIFAR.
-gennaio 1969: Padova, attentati a casa del rettore Opocher e del questore Bonanno; sono opera del gruppo padovano di Ordine Nuovo diretto da Freda.
- 25 aprile 1969: attentati dinamitardi in diverse città italiane (Milano, Torino, ecc.) ferite una ventina di persone. La polizia attribuisce le responsabilità ad un gruppo di anarchici amici di Giangiacomo Feltrinelli.
- 8-9 agosto 1969: otto bombe esplodono su 8 treni, 12 feriti.
- 23 settembre 1969: lettera del massone Bacciani al consigliere dell'Ordine del Grande Oriente Prisco Brilli: "400 alti ufficiali dell'esercito sono stati iniziati alla massoneria al fine di predisporre un 'governo dei colonnelli', sempre preferibile ad un governo comunista". Durante il processo di Catanzaro, il capo della Polizia Vicari confermerà che nell'estate 1969 era in preparazione un colpo di stato e che si trattò di "uno dei tentativi più seri di questi anni"
- 4 ottobre 1969: visita di Saragat in Iugoslavia. Al seguito del Presidente c'è anche Guido Giannettini
-11 febbraio 1970: il presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sul caso SIFAR, il sen. Alessi (DC) ordina il sequestro del nastro esibito dalla difesa di De Lorenzo. Otto giorni dopo, il nastro viene sequestrato dal ministero della Difesa (il sequestro viene eseguito da Francesco Cossiga). Inizia il braccio di ferro fra ministero della Difesa e Commissione.
- 22 luglio 1970: attentato al treno "Freccia del Sud": 6 morti e 139 feriti

 

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- 25-26 settembre 1970: muoiono in un oscuro incidente d'auto 5 militanti anarchici calabresi (due di essi sono stati testi nel processo di Piazza Fontana) impegnati in un'inchiesta di controinformazione sul caso "Freccia del sud"
- 8 dicembre 1970: tentativo di colpo di stato di Valerio Junio Borghese
-14 dicembre 1970: il ministero della Difesa restituisce il "nastro" alla commissione parlamentare d'inchiesta ma proibendone l'audizione perchè coperto da 'segreto politico-militare.

 

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Le forze politiche in Parlamento

 

 

SITUAZIONE POLITICA

 

Durata del Governo : 5 giugno 1969 - 7 febbraio 1970

 

Presidente della Repubblica : Giuseppe Saragat

 

Presidente del Consiglio : Franco Restivo

 

Ministro della Difesa : Mario Tanassi

 

 

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