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3.3.4

Appendice 9 : "La strage di difficile interpretazione

 

 

 

Appendice 9 : BOLOGNA, 2 AGOSTO 1980, LA STRAGE DI DIFFICILE INTERPRETAZIONE
   

Dalla relazione dei Presidente della Commissione Stragi. Atti.

 

La strage di Bologna è certamente la più difficile da interpretare, almeno nelle sue motivazioni ultime. La stessa ipotesi di una nuova strategia della tensione (il riferimento alla componente andreottiana della DC) è suggestiva ma poco attendibile. E' vero che sul finire degli anni '70 quella componente si era schierata più di altre a favore della politica delle larghe intese che associava il PCI alla maggioranza. Poi era giunta la crisi del quarto Governo Andreotti e lo scioglimento delle Camere. Le elezioni avevano duramente punito il PCI (che per la prima volta arretrava in elezioni politiche) e liquidato la politica di solidarietà nazionale. Nel febbraio del 1980 si era svolto il congresso della DC nel quale le componenti favorevoli alla chiusura nei confronti del PCI (fanfaniani, Forze nuove e dorotei di Bisaglia) si erano alleati nel sosidetto "Preambolo" che aveva sconfitto l'alleanza di sinistra (area Zaccagnini ed Andreotti). Il preambolo costituiva la pietra tombale della politica di solidarietà nazionale ed apriva la stagione del pentapartito, segnando, insieme, l'emarginazione di zaccagniniani ed andreottiani nella DC. Dunque, la corrente andreottiana, stando alla versione di De Bellis e degli altri testi che con essa concordono, avrebbe ideato una nuova strategia per rimettere in discussione gli equilibri interni alla DC e, conseguentemente, riaprire la strada alla politica di intese con il PCI. Infatti, ancora nell'autunno del 1980, i franchi tiratori della sinistra socialista e della corrente andreottiana univano i loro voti a quelli dell'opposizione di sinistra facendo cadere il secondo Governo Cossiga. Ma, questa ipotesi non appare molto credibile. Infatti fra le poche certezze conseguite in anni di indagini, vi è la costante opera di depistaggio svolta dai servizi segreti influenzati dalla P2. Dovremmo dunque pensare che Gelli, Pazienza, Benincasa, Belmonte e Musumeci agissero per coprire un'azione politica diretta a riportare il PCI nell'area di maggioranza? Ci sembra difficile crederlo. In secondo luogo, dovremmo pensare che Fioravanti, Mambro, Cavallini, eccetera fossero favorevoli ad un simile esito (il che non appare minimamente probabile) o che fossero inconsapevolmente strumentalizzati. Ma, in questo secondo caso, viene da chiedersi come abbiano fatto De Bellis e gli altri a conoscere certi retroscena. Infine, occorre constatare che, se tale strategia vi fu, essa non ebbe altro seguito, perchè all'indomani della strage di Bologna non vi furono altri sviluppi del genere e, nonostante le imboscate parlamentari, la politica di pentapartito proseguì. Sintomo di questa particolare indecifrabilità dell'avvenimento e la tormentosissima storia processuale che lo segue: in nessun altro caso di strage si registrano ben tre "annullamenti" della Cassazione con la conseguente

 

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ripetizione del giudizio di rinvio. Unica costante, ìn tutti i gradi di giudizio, sembra essere la colpevolezza di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro (con la sola eccezione del secondo grado, nel quale i due vennero assolti). Anche in questo caso, Bologna ha una particolarità assoluta: in nessun altro caso il verdetto di colpevolezza è stato confermato così sistematicamente. E, dunque, dovremmo pensare che, almeno dal punto di vista degli esecutori materiali, si è conseguita una certezza. Abbiamo, però, l'obbligo di ricordare che a favore di Fioravanti e Mambro, si è sviluppato un movimento di opinione (cui aderiscono anche intellettuali ed esponenti appartenenti ad aree politiche assai distanti da quella dei due) che ritenne non sufficientemente dimostrata la loro colpevolezza. E da ricordare che sia la Mambro che Fioravanti si sono riconosciuti colpevoli di molti reati addebitatigli, ma hanno costantemente negato di essere responsabili della strage di Bologna. Il rispetto dovuto al lavoro dei magistrati è, ovviamente fuori discussione, ma non esime dall'obbligo di segnalare che, nonostante la presenza di numerosi e gravi indizi sui due accusati, l'esito processuale non dirada tutti i dubbi ed è tale da suscitare delle perplessità, anche in chi scrive queste note.

 

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