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La svolta del 1974 e il "Piano di Rinascita democratica"
 
 

 

 

 

 

 

 
3.4
LA SVOLTA DEL 1974 E "IL PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICA"

 

 

Gli anni successivi al momento di follia del 1968-69 coincisero in Italia con una vera esplosione della società civile. I grandi movimenti collettivi avevano portato sulla scena politica, istanze, richieste, che saltavano la mediazione dei partiti tradizionali, apparsi "incapaci di reagire di fronte alla mobilitazione della società che mette in discussione gli equilibri ultra ventennali del sistema"(83) . Nel 1970-71 alcune importanti riforme, attese da decenni, vennero finalmente approvate dal Parlamento. Basti ricordare la legge sul divorzio, l'attuazione dell'autonomia regionale, la regolamentazione dell'istituto referendario (adempimenti costituzionali previsti dal 1948), e infine lo Statuto dei lavoratori, forse il più importante in termini simbolici.
 

L'accelerazione che le proteste collettive impressero ai lavori parlamentari, accrebbe l'impressione nei settori conservatori che il sistema fosse in mano 'alla piazza', alimentando la paura di una imminente bancarotta politica ed economica del paese, preludio all'avvento del comunismo. Né bastò ad allontanare questi timori l'esito delle elezioni regionali, nel giugno 1970, che non alterarono, in modo significativo, il quadro politico anche se il PCI vinse in Emilia-Romagna, Toscana, Umbria.
Neppure la crisi monetaria mondiale, di poco precedente a quella energetica nel 1973, che peggiorò la situazione economica, poteva giustificare un allarmismo cosi diffuso. L'industria di Stato e alcuni gruppi privati (Fiat, Pirelli), mantennero alti tassi di investimento, mitigando così la

 


 

 

(83) S.Colarizi. Storia dei partiti. cit.pag.367

 

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fase negativa di un settore privato che come sempre reagiva negativamente "Mano a mano che gli aumenti salariali si trasferivano indiscriminatamente sui prezzi, l'inflazione prese a salire in modo accentuato. La fuga dei capitali raggiunse proporzioni pericolose; gli investimenti crollarono drammaticamente. L'aspetto più significativo fu che la Confindustria rimase fermamente nelle mani di coloro che rispondevano alla situazione solo con profezie di sventura. [...] Ancora una volta, come all'epoca del centrosinistra, gli elementi più aperti del capitale italiano sembrarono venire sommersi da un'ondata di isteria conservatrice." (84)

 

Ad una riflessione complessiva, gli anni '70 si presentano segnati, in coincidenza con la metà del decennio, da un punto di 'snodo' o di 'svolta': in sostanza i fenomeni che animarono il 'piano occultò' assunsero caratteri nuovi e connotazioni in parte diverse. Caratteri che possono essere vagliati per individuarne con esattezza, ragioni e significato.
In sede saggistica è stato più volte sottolineato come il senso della svolta del 1974 possa essere agevolmente colto ove si abbia riguardo al contemporaneo abbandono da parte degli USA della politica estera sino ad allora seguita La strategia interventista aveva conosciuto una forte accentuazione agli inizi del 1969, quando Henry Kissinger assunse la direzione del National Security Council, carica alla quale, nel settembre 1973, si sarebbe aggiunta quella di segretario di Stato. Kissinger agiva in perfetta sintonia con il presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, nell'ambito di una collaborazione che aveva visto accentramento dei

 


 

(84) P. Ginsborg. Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi. Torino, 1989.449 - 450

 

 

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processi decisionali entro sfere ristrette all'interno della Casa Bianca, e l'apertura di canali di comunicazione riservati ed extraistituzionali. Parallelamente era emersa l'esigenza di porre freni "all'ingerenza del Congresso in politica estera, nonché quella che è stata definita - con eufemismo - come l'abitudine di origliare",(85)

 

"Ora, che la politica estera statunitense, ed in particolare della CIA, abbia avuto una forte influenza sulle tensioni che segnarono la storia italiana nel periodo '69-'74, costituisce un'ipotesi storiografica che inizia oramai trovare probanti riscontri anche in sede di indagini giudiziarie."(86)
E' d'obbligo il riferimento alla sentenza-ordinanza del Giudice Salvini della Procura di Milano, il quale attribuisce specifico rilievo ad una operazione avviata dalla CIA nell'estate del 1967; l'operazione denominata in codice "C.H.A.O.S." consisteva nell'infiltrare elementi in gruppi, associazioni e partiti dell'estrema sinistra extraparlamentare (anarchici, marxisti, operaisti, e castristi), d'Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna e Repubblica Federale Tedesca. L'operazione terminò nel 1973, nel 1975 la cosiddetta "Commissione Rockfeller" redasse un rapporto su questa ed altre operazioni illegali della CIA. Il rapporto è stato declassificato e reso pubblico nel 1977.

 

E' da rilevare come queste iniziative seguirono pochi mesi il convegno organizzato dall'istituto Pollio all'hotel Parco dei Principi di Roma, dei quale si è già trattato nelle pagine precedenti. Se a ciò si collega l'attività svolta dall'agenzia di stampa Aginter Press (in realtà era un centro informativo specializzato in azioni di provocazione, strettamente legato alla CIA),

 


 

(85) G.Valdevit, Gli Stati Uniti e il Mediterraneo da Truman a Reagan, F.Angeli. Milano 1992 pag.150
(86) G. Pellegrino, Proposta di relazione, Atti della Commissione Bicamerale Stragi, Roma,1995, pag.241

 

 

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emerge che nella seconda metà degli anni '60 fu intrapresa, da parte di settori della CIA, un'azione tesa a contrastare con ogni mezzo l'espandersi dei movimenti di sinistra, questa direttiva indubbiamente influì nella determinazione di quel "contesto unitario" cui sono riferibili non solo i moltissimi attentati e tentativi eversivi; ma, con tutta probabilità, fa da sfondo anche alle tre stragi rimaste insolute del periodo 1969-1974; Piazza Fontana, Piazza della Loggia, treno Italicus.
       Il neofascismo si era connotato, nel periodo tra il 1945 e il 1968, come un movimento certamente violento in alcune sue manifestazioni, aggressioni, scontri fisici isolati, attentati ai monumenti della Resistenza. Certo, episodi criminali ma non operazioni terroristiche. Non vi era una pianificazione, un disegno, una strategia. Erano fenomeni locali, sconnessi e separati fra loro. Rispetto al passato, però, alla fine degli anni sessanta è evidente il 'salto di qualità' che per molti anni vede sovrapporsi e sommarsi manifestazioni vecchie e nuove dell'estremismo neofascista. E' vero che spesso i protagonisti sono quasi sempre gli stessi, ma in questa nuova attività, iniziata dopo il 1969, appare evidente la presenza occulta di un centro di istigazione, finanziamento e parziale coordinamento. Tutto ciò che accade dopo il 1969 non può considerarsi spontanea gemmazione di fenomeni che si alimentano in un continuum temporale sempre delle stesse nostalgie del ventennio che fu.
          Spesso una saggistica pigra e superficiale ha definito 'deviati' settori delle strutture di sicurezza; ma le acquisizioni giudiziarie di questi ultimi venti anni confermano che la mutazione genetica subita dal radicalismo di destra, appartiene ad una dimensione strategica di respiro internazionale.

 

 

 

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La contestazione studentesca ed operaia che segnò la fine degli anni sessanta, operò in termini di "meccanicistico innesco".(87) Significativo da questo punto di vista l'editoriale di Pìetro Zullino, compreso su "Epoca", il giorno prima la strage di Piazza Fontana".... se la confusione diventasse drammatica e se - nella ipotesi di nuove elezioni - la sinistra non accettasse il risultato delle urne, le Forze Armate potrebbero essere chiamate a ristabilire immediatamente la legalità repubblicana. Questo non sarebbe un colpo di Stato, ma un atto di volontà politica a tutela della libertà e della democrazia. [...] Tuttavia, il ristabilimento manu militari della legalità repubblicana, possibile nel giro di mezza giornata, potrebbe non essere sufficiente [...] Perché non ci poniamo seriamente il problema della Repubblica presidenziale, l'unica capace di dare forza e stabilità al potere esecutivo? Vi sono giorni in cui la storia impone riflessioni di questo tipo. Forse questi giorni sono venuti. Questi giorni forse, noi li stiamo già vivendo (88)

 

Il 1971 vide anche la nascita di un movimento politico interpartitico di destra, 'la Maggioranza silenziosa', nel quale erano presenti diverse anime, da quella della Resistenza liberale alle varie correnti e tendenze del neofascismo, Ne fu animatore Adamo Degli Occhi, avvocato monarchico, ex partigiano bianco. Nel marzo dello stesso anno, vi furono a Roma e a Milano due manifestazioni nelle quali vennero scanditi slogan come: "Basta coi bordelli, vogliamo i colonnelli" ed altri che facevano riferimento ad una svolta a destra con riferimento ai Paesi dell'Europa meridionale. Il movimento ebbe vita breve e non lasciò segni rilevati nella realtà politica

 


 

(87) ibidem. pag.243
(88) "Epoca" n.1003, del 14 dicembre 1969

 

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del periodo; ma, dopo dieci anni, nel 1981, il tenente colonnello Bozzo, rese una testimonianza spontanea ai giudici milanesi Colombo e Turone"(89), dalla quale sarebbe emersa l'esistenza, negli anni 1971-74, di un gruppo di potere presso il comando della Prima Divisione carabinieri "Pastrengo" di Milano. Vi era anche il colonnello Musumeci, che negli anni successivi verrà condannato con sentenza definitiva per attività illegali. Il dato politico significativo è che essi si incontravano in una sede istituzionale come il comando della Divisione Pastrengo con alti ufficiali dell'Arma dei Carabinieri. Inoltre, molti dei personaggi coinvolti nelle attività eversive del periodo 1971-74, in particolare a Milano, sarebbero poi risultati iscritti alla Loggia Massonica Propaganda 2.

 

Nel 1974, come sì è detto, la situazione internazionale muta, l'esplodere dello scandalo Watergate indebolisce l'asse Nixon-Kissinger. In Europa, forse per affievolirsi dell'appoggio fino ad allora goduto da parte del governo statunitense, si dissolsero, senza opporre resistenza, i due regimi portoghese e greco. Il primo cadde il 25 aprile del 1974, travolto dalla pacifica "rivolta dei garofani" condotta da un gruppo di giovani militari. Tre mesi dopo cadde la dittatura militare dei colonnelli greci. Il regime si era indebolito in seguito all'occupazione, da parte dell'esercito turco, di una cospicua parte dell'isola di Cipro, fino a quel momento governata dall'arcivescovo Makarios III. Kissinger, nel timore di perdere le preziose basi statunitensi in Turchia, si era schierato piuttosto apertamente dalla parte dei Turchi, e questo aveva concorso a mettere in difficoltà il governo dei colonnelli.

 


 

 

(89) Atti della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2. Allegati alla proposta di relazione del Presidente della Commissione Bicamerale Stragi.

 

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             La svolta del 1974 costituisce quindi, una derivazione diretta del cambio di strategia statunitense. Tutto ciò non può meravigliare: se è vero che i due blocchi in cui il mondo era diviso tendevano ad atteggiarsi come "imperi", è pur altrettanto vero che le scelte di politica imperiale influivano nella vita di ciascun "regno". L'Italia non poteva essere esclusa da questa logica, anche perchè collocata in una difficile posizione di frontiera.

 

Tuttavia sarebbe riduttivo attribuire il punto di svolta esclusivamente a ragioni di politica internazionale. I pericoli che la democrazia italiana correva nel difficilissimo periodo furono percepiti dalla classe politica. Le spinte anche internazionali verso una involuzione autoritaria furono certamente intuite, probabilmente conosciute, ma non assecondate da buona parte delle maggiori forze politiche presenti in Parlamento. E' evidente. comunque, che si fece di tutto per non disvelare cause e attori di questa stagione così drammatica. Dal momento che sulla linea golpista ed autoritaria, prevaleva un indirizzo stabilizzante, il ceto politico al potere, sempre lo stesso, aveva tutto l'interesse a coprire le proprie responsabilità.

 

Tanto più che in quei mesi, a Milano, i giudici D'Ambrosio e Alessandrini, stavano indirizzando le loro indagini verso gruppi dell'estrema destra radicale sulla strage di Piazza Fontana; a Torino il giudice Violante, che indagava sul presunto "golpe bianco" attribuito a Sogno e Cavallo, stava giungendo a scoprire i loro legami internazionali e a Padova il giudice Tamburino aveva iniziato le indagini sui legami Nato della "Rosa dei Venti". Ma nel giro di due mesi, successive pronunce della Cassazione sottrassero, con motivazioni discutibili, le istruttorie ai loro giudici naturali, vanificando obiettivamente le promettenti prospettive che si erano delineate per il perseguimento della verità.

 

 

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I netti contorni della svolta del 1974 si possono cogliere anche nel raffronto tra contenuti di ben noti documenti appartenenti a Licio Gelli e, più in generale, alla Loggia Massonica P2 che dimostrano l'esistenza di un progetto politico modificatosi e adattatosi nel tempo allo sviluppo degli avvenimenti. La Commissione parlamentare d'inchiesta, presieduta dall'Onorevole Tina Anselmi, aveva analizzato e fissato alcuni punti fermi che ancora oggi mantengono la loro validità. Si tratta della 'logica' ispiratrice della Loggia Massonica Propaganda 2 e, cioè quella del "controllo" e non quella del 'governo' dei processi politici attraverso un'articolazione trasversale ai partiti e particolarmente attenta agli apparati.

 

La Loggia Massonica Propaganda 2 si pone all'interno del contesto occulto e non è un caso che parte dei suoi affiliati fossero personalità investite da responsabilità istituzionali di elevato rilievo. Ancora una volta l'attenzione è d'obbligo al tema della 'doppia appartenenza' o della 'doppia lealtà', canale attraverso cui il piano occulto degli eventi reagisce su quello apparente, a volte con risultati di vera e propria torsione. E' in questa logica che il "Piano di rinascita democratica" si colloca.

 

Il contenuto di questo piano evidenzia il passaggio da un’idea di colpo do Stato per la costruzione di un assetto politico e sociale autoritario e paternalista, ad un progetto di conquista del controllo dello Stato con mezzi più morbidi e secondo una visione più moderna di un assetto sociale ‘ordinato’, che si caratterizza per efficientismo, meritocrazia, esaltazione di valori individuali ed esasperazione della preminenza delle esigenze economiche.
 

Il "Piano di rinascita democratica" fissa, dandosi obiettivi a breve, medio e lungo termine, i punti necessari per il raggiungimento dello scopo e indica gli obiettivi da tenere presenti: i partiti, i sindacati, il Governo,

 

 

 

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la Magistratura, il Parlamento. "Essi devono essere oggetto di 'penetrazione' da parte di persone di fiducia che, con un costo prevedibile di trenta o quaranta miliardi, potrebbe assicurare il controllo degli apparati rendendoli disponibili all'operazione di salvataggio contenuta nel piano" (90)

 

Il resto del documento analizza ogni settore, individuando gli obiettivi da raggiungere immediatamente o in tempi più lunghi. Tale disamina è preceduta da una premessa:
"Primario obiettivo e indispensabile presupposto dell'operazione è la costituzione di un club (di natura rotariana per l'omogeneità dei componenti) ove siano rappresentati, ai migliori livelli, operatori imprenditoriali e finanziari, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori e magistrati, nonché pochissimi e selezionati uomini politici, che non superi il numero di trenta o quaranta unità. Gli uomini che ne fanno parte devono essere omogenei per modo di sentire, disinteresse, onestà e rigore morale, tali cioè da costituire un vero e proprio comitato di garanti rispetto ai politici che si assumeranno l'onere dell'attuazione del piano e nei confronti delle forze amiche nazionali e straniere che lo vorranno appoggiare. Importante è stabilire subito un collegamento valido con la massoneria internazionale".(91)

 

In questo paragrafo è in qualche modo evidenziata la filosofia essenziale del "Piano di rinascita" si      tratta di una visione fortemente economicistica della società tendente a marginalizzare la politica; ma la legittimazione effettiva della classe politica non viene dagli elettori, ma

 


 

(90) T. Anselmi, Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Loggia Massonica P2. Roma 12 Luglio 1984.

(91) ibidem

 

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direttamente da un élite superiore, che attribuisce ai parlamentari e ai partiti un ruolo di mero strumento di mediazione con la società.

L'occupazione del potere, quindi, viene realizzata da questa "élite superiore" attraverso la distribuzione di uomini 'propri' in ogni posto di responsabilità. D'altro canto tutta la storia della P2 è caratterizzata da una logica consolidata della 'fratellanza'; una fratellanza che ha l'obiettivo di realizzare un progetto politico sradicando quello esistente ed impossessandosene da dentro in violazione dei principi fondamentali della democrazia.

 

 

 

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