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Comunisti e anticomunisti. La guerra fredda in Italia
 
 

 

 

 

 

 

 
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Comuniti e anticomunisti. La guerra fredda in Italia

 

 

Il 21 giugno del 1945, dopo otto settimane di prolungata contrattazione Ferruccio Parri, membro dei Partito d'Azione e capo della Resistenza, divenne Presidente del Consiglio. Sembrò che l'amatissimo partigiano "Maurizio", nome di battaglia negli anni della clandestinità, potesse realizzare le innumerevoli speranze sorte nel 1943-45, sembrò che la Resistenza fosse giunta al potere. In realtà le cose non andarono in questa direzione. Nei tre anni successivi gli ideali della resistenza sembrarono a poco a poco affannarsi mentre si sviluppava una dura contrapposizione tra schieramenti politici opposti, speculare alla minacciosa polarizzazione internazionale: il fronte anticomunista guidato dalla Democrazia Cristiana che faceva capo agli Stati Uniti; il fronte comunista egemonizzato dal PCI che aveva come punto di riferimento l'Unione Sovietica. Questo conflitto di ideologie che acquisiva connotati di uno scontro di classe, tra borghesia e proletariato, raggiunse il suo drammatico culmine con le elezioni della primavera dei 1948. I risultati di questa consultazione determinarono gli equilibri politici del sistema per i successivi dieci anni e oltre.
Le proporzioni per un certo senso "inaspettate" della vittoria democristiana, (48,5% contro il 31% del blocco socialcomunista) rappresentano una dura sconfitta per le sinistre che, insieme solo due anni prima erano oltre il 40%. Eppure per Togliatti "erano i risultati migliori che potevamo ottenere. Và bene così (1). Al leader del Partito comunista non

 


 

(1) P.Togliatti, Gramsci, ed.Riuniti, Roma 1975, pag.58 La prima strofa di un canto popolare cornunista dell'epoca diceva: "Vi ricordate quel 18 Aprile, di aver votato democristiano, senza pensare all'indomani, alla rovina della gioventù......." . P. Ginsborg, Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi, Einaudi, Torino 1989. pag.92.

 

 

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sfuggiva che dietro la vittoria democristiana c'erano gli Stati Uniti decisi a fornire aiuti finanziari ma anche ad intervenire militarmente pur di evitare che l'Italia entrasse nell'orbita sovietica.

 

"La tensione internazionale cresceva di giorno in giorno e non solo con duri confronti diplomatici e sfrenate politiche di riarmo, ma anche con una ossessiva propaganda di massa. I paesi occidentali si sarebbero organizzati in una disciplinata Alleanza atlantica, quelli orientali in una altrettanto disciplinata alleanza poi chiamata Patto di Varsavia. Nei paesi occidentali l'ideologia anticomunista si preparava a diventare uno strumento normale di governo. E cosi l'ideologia antiamericana in tutto l'oriente a dominazione comunista. Ma lo scontro non era solo ideologico, aveva importanti riflessi sociali, come vedremo, non era più come nel 1919-20 quando il mito russo aveva una presa enorme sulle masse popolari. Allora la presenza americana, pur con tutto il suo fascino, era soltanto preannunziata, mentre nel 1946-47, divenne concreta, influendo sulla realtà e sul destino di donne e di uomini.

 

L'anno 1947 fu l'anno della frattura. Nel mondo, fra est e ovest, la divisione divenne esplicita. Fu la guerra fredda. E' importante il sostantivo (guerra), lo è anche l'aggettivo (fredda), che esprime cioè il proposito di evitare la catastrofe. La guerra fredda penetrò come attore in visione di ogni luogo. In Italia essa sembrò condizionare tutto, a partire dall'evento politico più riconoscibile: la crisi del maggio con la fine del governo di unità nazionale e della solidarietà antifascista. Come riferimenti «esterni» della rottura avevamo un simbolo americano, l'annuncio del piano di

 

 

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ricostruzione ERP (piano Marshal) e un simbolo sovietico,il Cominform, l'unità internazionale dei partiti comunisti(2)".

 

Al momento delle elezioni dei 1948 gli Stati Uniti si impegnarono a tutti i livelli, con una propaganda massiccia a forti tinte anticomuniste, William Colby,che fu capo della CIA dal 1973 al 1976,riferendosi al 1948, scrive: "la possibilità di una presa del potere comunista in ltalia - come risultato elettorale aveva preoccupato molto gli ambienti politici di Washington prima delle elezioni italiane del 1948. Anzi, era soprattutto questa paura a portare alla creazione dell' Office Coordination, che dava alla CIA la possibilità di intraprendere operazioni politiche, propagandistiche e paramilitari segrete(3).

 

Si può dire che il '48 sia la data di inizio per l'Italia di quella"guerra politica segreta"(4) che si combatte con operazioni 'coperte' della CIA e con l'utilizzo dei fondi segreti e delle azioni "non documentabili".L'importanza che rivestono documenti dei National Security Council delineano uno scenario abbastanza significativo:in previsione di una possibile invasione dell'italia da parte di forze militari provenienti dall'Europa Orientale, o nell'ipotesi che una parte dell'Italia cadesse sotto la dominazione comunista in seguito ad una insurrezione armata o ad altre iniziative illegali, il governo degli Stati Uniti predispose un piano articolato in sette punti, il cui ultimo paragrafo prevedeva di "dispiegare forze in Sicilia o in Sardegna, o in entrambe, con il consenso dei governo italiano legale e, dopo la consultazione con gli inglesi, in forze sufficienti ad occupare queste

 


 

(2) V. Foa, Questa Novecento, Einaudí, Torìno 1996, pag. 220-221.
(3) W. Coiby, La mia vita nella CIA, Mursia, Milano 1981, pag. 82..
(4) Il termine compare per la prima volta in un mernorandum del 3 Giugno del 1948 dell' NSC (National Security Councii)

 

 

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isole contro l'opposizione comunista indigena non appena la posizione dei comunisti in Italia indichi che un governo illegale dominato dai comunisti controlla tutta la penisola italiana"(5) . Sì rileva la preoccupazione che gli interessi degli Stati Uniti nell'area del Mediterraneo possano essere seriamente minacciati dalla possibilità che il Fronte Popolare arrivi al governo.

 

Un quadro d'insieme emerge con sufficiente chiarezza, malgrado il persistere di marginali zone grigie, la cui ricostruzione storica non è allo stato ancora possibile. Tuttavia, proprio tenendo presente la cornice della "guerra fredda", si possono trarre alcune considerazioni in riferimento al tema della ricerca:
a) le vicende più recenti relative alla strategia della tensione e delle stragi nel nostro Paese, vanno inquadrate nello scenario successivo alla seconda guerra mondiale
b) in particolare, è la situazione di sovranità limitata che si instaura nei paesi del blocco occidentale ad offrire una chiave di lettura indispensabile per dissipare le ombre più fitte.

E' pur vero che c'era e c'è uno Stato di diritto, una democrazia pluralista e nello stesso tempo uno scontro sociale e politico; ma vi era un limite invalicabile e ufficialmente non scritto e cioè l'impossibilità di mutare gli assetti politici realizzati nei paesi della sfera di influenza.

Ha scritto, tracciando un problematico bilancio di quegli anni, Angelo Panebianco: "Quella che è finita con la sconfitta (dissoluzione) dei blocco sovietico è stata a tutti gli effetti una guerra. Una guerra mai passata dal

 


 

(5) Direttiva dei National Security Council 1, 2, 10 febbraio 1948. Foreign Relatíons, 1948 vol III , pag. 769.

 

 

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"freddo" al caldo [...] Ma comunque una guerra. Brutta, sporca e cattìva. Come tutte le guerre.[...].L'identificazione tra nemico interno e nemico esterno, vera architrave della Guerra Fredda, metteva le democrazie occidentali, proprio perché democrazie, di fronte a contraddizioni insanabili, ossia apriva varchi all'illegalità in nome della sicurezza. [...]. L'identificazione tra nemico esterno e nemico interno e, per essa, la contraddizione fra esigenze di legalità ed esigenze di sicurezza assumeva forme esasperate quali non si riscontrano negli altri paesi occidentali (con l'eccezione, in certe fasi, della Francia). E' in quel vizio di origine la radice di tutte le deviazioni (dalla Iegalità) degli anni ''60" e "70" (6).

 

Panebianco 'afferma che in questa fase storica il "dilemma insolubile" delle democrazie ha contribuito a fare dei governanti occidentali dei "Giano bifronte", "servi di due padroni, sottoposti al doppio vincolo dì dover rispettare le leggi interne e, contemporaneamente assicurare la sicurezza nazionale. Nessuno può eludere il dilemma [...] Una zona grigia nella quale i confini tra ciò che è legale, semi-legale e illegale sono sempre più sfumati"(7). Ci fu in quegli anni nel nostro paese una "guerra"non dichiarata, a bassa intensità militare ma ad alta valenza politica che fu "combattuta" nella nostra società a partire dalla fine degli anni '40 e, con graduazioni e modificazioni anche sostanziali, almeno fino all'inizio degli anni 70, quando l'evoluzione del quadro internazionale fece perdere gran parte del retroterra internazionale che la aveva motivata. E non per ultimo, strumentalizzazioni personali e politiche, a fini interni, che potessero "giustificarla".

 


 

(6) A. Panebianco, Logica della democrazia e ragion di Stato:il dilemma insolubile,in " Corriere della Sera" , 21 febbraio 1991.
(7) Ibidem.

 

 

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Nel volume sulla storia dei servizi segreti Il lato oscuro dei potere Giuseppe De Lutiis offre una valida documentazione, finora inedita, sulla guerra psicologica" che governi occidentali conducevano contro il comunismo, in particolar modo in Italia e in Francia dove più forte era la presenza dei partiti comunisti occidentali. A questi due Paesi è rivolta l'attenzione dell'NSC, la struttura precedentemente citata, che coordina l'attività dì "contenimento" del comunismo varata dal Presidente Harry Trumàn nel 1948 e concretizzata poi nel Piano Demagnetize. Ufficialmente ignoto alle massime autorità del nostro governo, il Piano Demagnetize, come appunto dice il nome, prevedeva di "smagnetizzare", cioè di depotenziare le capacità organizzative dei partiti comunisti francese e italiano. Nel 1984 il Sismi negò all'allora Presidente del Consiglio Craxi l'esistenza di questo piano "e di altri che ponessero nostri servizi in posizione di subordinazione di altri" malgrado interi passi del documento fossero stati già pubblicati da alcuni studiosi (8) .

 

Non si ha la certezza che il testo del Piano Demagnetize (9), conosciuto e acquisito dalla Commissione Stragi, sia completo, ma negli archivi della "Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi", vi sono documenti, elaborati in data 13 novembre 1951 dalla Commissione "C" del Psycological Strategy Board, commissione composta da rappresentanti del Dipartimento di Stato, dei Dipartimento alla difesa e della CIA, incaricati di perfezionare piani per la "discriminazione politica che il governo De Gasperi

 


 

(8) G. De Lutiis, R. Faenza
(9) Nell' appendice 1 di questo capitolo è riportato il preambolo riassunto datato dicembre 1952.

 

 

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avrebbe dovuto condurre contro i cittadini iscritti al PCI"(10) . Gli "specialisti Usa" chiedevano al Governo italiano di screditare i comunisti allontanandoli dalle cariche amministrative pubbliche,in sostanza "licenziare la manodopera comunista, e prosciugare le fonti di reddito in Italia del Partíto Comunista"(11).

 

C'è quindi la presenza indiscutibile di un 'made in Usa' nelle vicende storico-politiche del nostro Stato; una sorta di lente d'ingrandimento sopra la classe dirigente italiana, che ne condiziona, ma quasi mai passivamente (12) l'azione .Sulla base dei documenti raccolti, alcuni inediti, altri ampiamente censurati, Perrone delinea un quadro articolato e concreto del ruolo italiano, un 'made in ltaly', nell'opera di 'smagnetizzazíone', sempre sotto ìl controllo e la supervisione della Casa Bianca. Così, per esempio, rispondono dal Dipartimento di Stato a un'esplicita richiesta del Presidente del Consiglio De Gasperi che si informava su un possibile intervento armato delle forze militari statunitensi per 'quietare' una eventuale sommossa delle forze comuniste: "il nostro appoggio non contemplerebbe, RIPETO NON, l'assistenza delle forze armate degli Stati Uniti"(13).

 

Nei documenti americani l'elemento Prioritario è che l'Italia fosse un Paese a "rischio dei comunisti". Per la conferma di questa tesi, non eccessivamente gradita agli ambienti politici italiani, basta far riferimento

 


 

 

(10) Il documento viene citato per la prima volta in Commissione Stragí, resoconti stenografici delle sedute, X leg., vol.VII, p. 363,365.
(11) P. Cucchiarelli & A. Giannuli, Lo Stato parallelo, Gamberetti, Roma 1997, pag. 34
(12) Come emerge dal lavoro di Nico Perrone, De Gasperi e l'Ametica, un dominio pieno e incontrollato, edito nel 1995.
(13) N. Perrone, De Gasperì............. cit. Intanto le direttive del 13 Novembre 1951 trovarono applicazione nelle disposizioni dell'allora Ministro della Dffesa Pacciardi. Infatti i licenziamenti non colpiscono solo i lavoratori comunisti del porto di Livorno, ma anche quelli impianti che costruiscono le turbine Fiat e la stessa azienda torinese manda a casa 400 attivisti del PCI.

 

 

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alle dichiarazioni di Paolo Emilio Taviani (14) , a proposito dell'ingresso italiano nella Nato: "Gli Americani non ci volevano nel Patto.Fummo noi DC da un lato e i repubblicani dall'altro che insistemmo per essere inclusi"(15). Sul rapporto Stati Uniti-Italia in riferimento al problema del comunismo la documentazione degli archivi statunitensi è ormai da anni al vaglio degli storici. E proprio sulla base di questi documenti si può arrivare alla conclusione che la vita politica italiana è stata segnata dalla "guerra politica segreta, combattuta tra lo Stato e alcuni suoi cittadini in nome della frattura ideologica tra Est e Ovest [...] Gli eventi sanguinosi, le stragi e fondamentalmente tutte le principali espressioni della devianza del potere (servizi deviati, poteri occulti, finanza corsara) non avrebbero potuto ripetersi se non fossero stati inquadrati in un disegno politico strategico comune, con tutta probabilità, il mantenimento del nostro Paese nel campo dell'Alleanza Atlantica" (16).

 

C'è però un elemento centrale da tenere ben presente: "Da parte di tutta la dirigenza governativa si pensava che fosse del tutto improponìbile un'invasione unilaterale [dell'URSS] dopo il 1948" (P.E. Taviani). Partire dalla paura dell'URSS, dalla minaccia comunista d'oltrecortina era improduttivo ed inutile alla lunga sia sul piano militare, sia su quello prettamente politico. Ecco perché, dal 1950 in poi, si varano le diverse tappe di questa 'guerra psicologica' che, col progressivo mutare di obiettivi, timori, necessità, esigenze e minacce politiche, diverrà, lungo un percorso accidentato e sottoposto a molte variabili interne e internazionali,

 


 

(14) E' ministro della Difesa nel IX° Gov. ital., 1953, coalizione DC, PRI.
(15) N. Perrone. De Gasperi.......,cit.., p.175
(16) G.I. G. Salvini, Sentenza ordinanza in Archivio Commissione Stragi (d'ora in poi CSA), 1995: Gli ordinì, contrordini e le coperture che scattarono in tutta ltalia.

 

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contro insorgenza, guerra non-ortodossa, guerra non convenzionale, a 'bassa intensità', contro rivoluzione preventiva,strategia del terrore,per assicurare comunque la tenuta del sistema, il mantenimento dell'equilibrio codificato a Yalta e assurto, in ltalia, a dogma a cui tutto poteva e doveva essere piegato. A ogni costo, stragi comprese(17).

 

Si giunge quindi, alla categoria interpretativa e alla formulazione di una analisi incentrata intorno all'idea del"doppio Stato"(18) .Il primo a farne uso fu Ernst Fraenkei(19), il quale partendo dalla distinzione fra 'razionalità formale' e 'razionalità sostanziale' operata da Kari Mannheim, descrisse lo stato nazionalsociatista tedesco come dotato di una doppia anima: una prima razionale e normativa ed una seconda irrazionale e discrezionale. Molto tempo dopo, vi saranno autori come Bobbio, che proporranno un'interpretazione del termine fino a stemperarlo in un generico principio dell' "Arcana lmperi", "per cui ì regimi democratici che, per loro natura dovrebbero implicare il massimo della trasparenza, lasciano sussistere al loro interno cospicue aree di segreto, sottraendo, in questo modo, importanti decisioni alla procedura democratica, facendo coincidere quella dicotomia fra il principio della legittímazione democratica con la persistenza del Segreto (20). Gli elementi descritti nel quadro storico - politico del

 


 

 

(17) Anche la chiesa che aveva benedetto la crociata anticomunista di Trurnan e naturalmente le bandiere democristiane, continua ad entrare nel gioco. Giovanbattista Montini, poi papa Paolo VI, collaborò con l'OSS (Organìsaton de l'Arméé Secrète) prima e con la CIA poi in funzione anticomunista. Montíni fu anche ben addentro nel meccanismo delle "ratlines" vaticane che "esfiltrarono" gli ex nazisti largamente riutilizzati poi, in diverse nazioni, nella lotta contro il comunismo. Clr. P. Cucchiarelíí, A. Giannuli, Lo Stato parallelo, Gamberetti, Roma 1997.
(18) XII leg., relazione Colajanni, in CSA.
(19) E. Fraenkel, Il doppio Stato: Contributo alla teoria della dittatura, Einaudi, Torino 1983.
(20) N. Nobbio, Il futuro della democrazia, Einaudi, Torino, 1984.

 

 

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dopoguerra furono scelte ben precise, derivarono cioè "da una consapevole volontà di ostacolare l'espansionismo comunista anche con mezzi,,impropri rispetto alle regole che una democrazia nascente si era appena date"(21). Quindi, non più storia occulta, misteriosa, segreta, poiché la stessa trae chiarezza da indiscutìbili fonti documentali. Il "giudizio - sulle responsabilità politiche si stempera nella maggiore serenità propria di un giudizio storico"(22) che non può prescindere dalla contestualizzazione, condizione necessaria per una valutazione corretta.

 


 

 

(21) G. Pellegrino, Il terrorismo. le stragi ed il contesto storico-politico,XII Legislaturta, proposta di relazione.
(22) Lupetti & Manni, Luci sulle stragi, Editori di comunicazione, Lecce 1996, pag.52.

 

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